venerdì 25 aprile 2008

Nicodemo e la samaritana.

L’incontro con Nicodemo e con la samaritana sono due dei passi del vangelo di Giovanni più interessanti per capire quale fosse il pensiero di Gesù, secondo l’estensore di questa ricostruzione della sua vita e del suo pensiero. Sono due incontri che vengono riportati solo nel Vangelo di Giovanni, e questo è già un elemento che porta ad alcune considerazioni. E’ probabile che i due personaggi siano stati inventati, per rendere meglio il messaggio che si è voluto trasmettere, ricostruendo l’incontro di Gesù con Nicodemo e con la Samaritana. Anche se si riferissero a dei fatti realmente accaduti, vengono riportati da Giovanni e non dagli altri evangelisti, perché i fatti, (inventati o reali non ha importanza), diventano espedienti letterari per trasmettere al lettore delle idee, dei contenuti.

Quali sono le idee che si vogliono trasmettere? A mio avviso c’è una idea di fondo comune ad ambedue gli incontri, e poi ci sono delle specifiche idee che riguardano i due incontri distinti.

L’idea di fondo è che il rapporto con Dio è rapporto individuale di ogni singola persona, non delegabile ad esperti o mediatori, non riservato ad alcuni piuttosto che ad altri.

Nicodemo era “uno dei capi degli ebrei”. Gesù lo apostrofa dicendo: “Tu sei maestro in Israele e non capisci queste cose?” “La conoscenza della verità non è privilegio dei maestri, ma di ognuno di noi che trova la sua verità”, vuole evidentemente dirci Gesù.

E’ esattamente ciò che ripeterà alla samaritana, una donna non giudea. Secondo i parametri di oggi potremmo dire una extracomunitaria. “Credimi viene il momento in cui l’adorazione di Dio non sarà più legata a questo monte o a Gerusalemme, viene un ora, anzi è già venuta, in cui gli uomini adoreranno il Padre guidati dallo Spirito e dalla verità di Dio”.

Ma entrando nello specifico dell’incontro con Nicodemo, quali sono i concetti che vi si esprimono? Dice Gesù:

“Credimi, nessuno può vedere il regno di Dio se non nasce nuovamente. Io ti assicuro che nessuno può entrare nel regno di Dio se non nasce da acqua e spirito. Dalla carne nasce carne dallo spirito nasce spirito. Il vento soffia dove vuole uno lo sente ma non può dire da dove viene ne dove va. Lo stesso accade con chiunque è nato dallo Spirito”

Nella seconda parte viene introdotto un altro tema:

Il figlio dell’uomo deve essere innalzato come Mosè innalzò su un palo il serpente di bronzo, perché chiunque crede in lui abbia vita eterna. Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico figlio perché chi crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna. Chi non crede nel figlio è già condannato perché non ha creduto nell’unico figlio di Dio, perché la luce è venuta nel mondo ma gli uomini hanno preferito le tenebre.

Se confrontiamo le due parti risulta evidente la differenza: nella prima si parla dell’insegnamento di Gesù sul rapporto diretto dell’uomo con Dio al di fuori di ogni religione, nella seconda Gesù è già diventato il mediatore tra Dio e gli uomini e quindi si è già affermata una nuova religione. Si può quindi affermare che la seconda parte può essere una interpolazione, per affermare la religione paolina, mentre la prima si riferisce alla predicazione originale di Gesù.

Se comunque proviamo a leggere la seconda parte con la chiave di interpretazione che ci siamo dati, cioè riferendo all’uomo in generale ciò che il testo riferisce a Gesù, leggiamo che l’Infinito ha tanto amato il mondo da entrare nel mondo come uomo-finito, perché chi crede di essere elemento dell’Infinito non muoia ma abbia la vita eterna. Chi non crede di essere elemento dell’Infinito, non vivrà perché non ha accettato la rivelazione ed ha preferito continuare a vivere nelle tenebre della ignoranza.

Infatti, tornando alla prima parte, l’uomo sotto il profilo corporale è carne nata dalla carne, sotto il profilo spirituale è spirito nato dallo spirito. L’essenza spirituale dell’uomo, con una significativa immagine viene paragonata al vento che si sente ma non si sa da dove viene né dove va. Allo stesso modo l’uomo sente di essere anche spirito, ma nella limitatezza del suo essere corpo, del suo essere cervello, ragione umana, non sa da dove viene e dove va il suo essere spirituale…

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